Photo Credit: Ryder Hesjedal/Ansa |
Fiato sospeso
fino alla fine con la tappa a cronometro dall’Autodromo al Duomo. Il
sindaco Sala: «Milano capitale del ciclismo. Non sarà soltanto una
passerella» Un ritorno al passato e una promessa per il futuro. Milano e il Giro
d’Italia si riabbracciano. La tappa finale dell’edizione numero cento
della corsa rosa non solo torna nella sua città d’origine, ma sceglie di
nuovo il cuore di Milano per il traguardo finale: piazza del Duomo. Con
un impegno del sindaco Beppe Sala: «Non mi dispiacerebbe che l’arrivo
del Giro fosse sempre in piazza Duomo, sarebbe una bellissima cosa».
Gira la testa alla sua destra. Vicino a lui c’è Urbano Cairo, patron
Rcs: «Facciamo subito un contrattino?».
Appuntamento domenica 28 maggio. Crono individuale con partenza dall’Autodromo di Monza e arrivo in piazza del Duomo. A presentare la tappa milanese, oltre a Sala e a Cairo, gli assessori allo Sport di Comune e Regione, Roberta Guaineri e Antonio Rossi insieme al direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti e al direttore generale di Rcs Sport, Paolo Bellino. Ventinove chilometri e 300 metri di tracciato. Non sarà una passerella, assicurano tutti, ma una tappa che potrebbe cambiare la classifica finale. Autodromo, parco di Monza, viale Italia a Sesto San Giovanni, viale Sarca, Bastioni di Porta Nuova, corso Venezia, corso Matteotti, piazza Duomo. Prima partenza alle 13 e 10, ultimo arrivo alle 17 e 10. Tifosi e automobilisti sono avvertiti.
Appuntamento domenica 28 maggio. Crono individuale con partenza dall’Autodromo di Monza e arrivo in piazza del Duomo. A presentare la tappa milanese, oltre a Sala e a Cairo, gli assessori allo Sport di Comune e Regione, Roberta Guaineri e Antonio Rossi insieme al direttore della Gazzetta dello Sport Andrea Monti e al direttore generale di Rcs Sport, Paolo Bellino. Ventinove chilometri e 300 metri di tracciato. Non sarà una passerella, assicurano tutti, ma una tappa che potrebbe cambiare la classifica finale. Autodromo, parco di Monza, viale Italia a Sesto San Giovanni, viale Sarca, Bastioni di Porta Nuova, corso Venezia, corso Matteotti, piazza Duomo. Prima partenza alle 13 e 10, ultimo arrivo alle 17 e 10. Tifosi e automobilisti sono avvertiti.
Il Giro torna a casa: 47 volte partenza da Milano, 76 volte arrivo a Milano.
E numeri importanti: 12,5 milioni di italiani che scendono in strada
per vedere i loro beniamini, 840 milioni di spettatori in tv. Poi la
separazione, non si capisce quanto consensuale. A sbloccare la
situazione un incontro a tre: Sala, Cairo, Monti. Il sindaco, attento
alla vocazione internazionale della città, rilancia il «matrimonio».
Accordo fatto. Il Giro torna sotto la Madonnina. «Non poteva essere
altrimenti — dice Cairo —. C’è un legame speciale con la città, Milano è
una destinazione naturale per il Giro. Il legame tra il gruppo Rcs e la
città nasce più di un secolo fa: il nostro gruppo è cresciuto con
Milano e da sempre trova in Milano un campo pieno di entusiasmo per
tutte le nostre manifestazioni». A Sala viene consegnata la maglia rosa.
In prima fila c’è Vittorio Adorni, vincitore del Giro nel 1965 e del
campionato del mondo nel 1968. Un bignami della storia del Giro che
conta più di un secolo di vita. È lui a riannodare il filo tra il
passato e il futuro. Tra l’arrivo al Musocco del 1909 (spostato
all’Arena per problemi di ordine pubblico) e il traguardo in piazza
Duomo del 2017. Ma non ci sono solo i professionisti. La passione delle
due ruote che ha contagiato molti milanesi potrà trovare uno sfogo la
mattina del 28. Prima della crono individuale ufficiale, gli amanti
della bici potranno provare il brivido di percorrere il tragitto
ufficiale con una cronometro a squadre. Corriere della Sera